I Baustelle e il cinema



Baustelle
“Gli Spietati”

Vivere così senza pietà
senza chiedersi perchè
come il falco e la rugiada
e non dubitare mai

non avere alcuna proprietà
rinnegare l’anima
come i sassi e fili d’erba
non avere identità

Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano
mai più, non sono come noi
perduti antichi eroi
noi due che al binario ci diciamo addio…

non volere mai la verità
ottenere l’aldilà
navigare senza vento
migliorare con l’età

c’è un amore che non muore mai
più lontano degli dei
a saperverlo spiegare che filosofo sarei

Gli spietati salgono
sul treno e non ritornano
mai più, non sono come noi
falliti antichi eroi,
noi due che al binario salutiamo…

Gli spietati salgono sul treno e non ritornano
mai più, non sono come noi innamorati eroi,
noi due che al binario ci diciamo addio…

noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere lo sai.

non ci siamo amati
divertiti
pervertiti
dimenati
spaventati
rovianati
licenziati
lo saprai

noi ci siamo persi
ritrovati
poi bucati
c’è un amore che mi lacera la carne
ed ancora tu lo sai

noi ci siamo amati
violentati
deturpati
c’è un amore che mi brucia nelle vene
e che non si spegne mai

noi ci siamo amati
violentati
deturpati
torturati
maltrattati
malmenati
scritti lettere lo sai.

Di norma, non parlo di musica. Ma in questo caso, è doveroso almeno segnalare il nuovo singolo dei Baustelle. Cosa fa dei Baustelle una peculiarità artistica italiana di grande qualità? Credo fermamente che i Baustelle siano molto cinematografici. A partire dalla storia della loro formazione, toscani d'origine e indie fino al midollo. Poi c'è la svolta, seguendo un andamento di commercializzazione ma anche di elaborazione musicale e testuale più raffinata e pienamente integrata alla prospettiva pop del nostro modo di approcciare alla musica, con i dovuti accorgimenti e una presa di posizione stilistica definita e definibile. Per un certo verso i Baustelle uniscono classicità e innovazione. Anche da un punto di vista estetico. Alternativi, in realtà si inseriscono in un filone retrò sia nel vestiario che nell'atteggiamento, oltre che nelle scelte musicali. Sono una rielaborazione artistica con guizzi innovativi. Come il cinema, appunto. Il cinema è una ripetizione di sè stesso, ma lo è già dal secondo decennio del novecento eppure i capolavori sono venuti dopo. L'arte è qualcosa che, per dirla in termini chiari, muore già alla sua nascita ma non smette mai di vivere. Più che di arte, la ripetizione della stessa è assemblaggio artistico. E l'unica cosa che tiene in vita l'arte è la capacità di assemblare seguendo uno stile, personale, riconoscibile, autentico. In questo senso i Baustelle sono degli artisti a tutto tondo, perchè dopo l'appoggio delle majors, non si smentiscono mai. E la caratteristica vincente sta nell'antagonismo delle voci, maschile e femminile, e nel loro combiaciare in uno specifico punto. A ciò si aggiungano i testi. Per rimanere in ambito cinematografico, i Baustelle citano Alain Delon, Pasolini e "scrivono" immagini che colpiscono, secondo una consequenzialità molto filmica nell'impostazione, immediatamente. Infine già il cinema italiano li ha glorificati con il David di Donatello per la splendida "Piangi Roma", in duetto con Valeria Golino, dal film "Giulia non esce la sera" di Piccioni.

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